“Volevo essere un duro”: si può brillare anche entrando in punta di piedi

Sul palco di Sanremo 2025 è emerso un talento genuino che sta conquistando il cuore degli italiani: Lucio Corsi. Con la sua canzone “Volevo essere un duro”, il cantautore toscano si è presentato in punta di piedi, rivelando una riflessione profonda sulla fragilità umana e sul peso delle aspettative sociali.
Ciò che colpisce è la sua capacità di trasformare l’ordinario in straordinario, di dar voce a sentimenti universali con una delicatezza rara nel panorama musicale attuale. Quando canta delle difficoltà di chi affronta il mondo senza maschere, tocca una corda che risuona in molti di noi. In un’epoca di personaggi costruiti e immagini curate nei minimi dettagli, la sua autenticità risplende come una gemma preziosa…

“Eva e Adamo” di Martina Attili: dall’abuso minorile alla lotta universale sui diritti delle donne

L’esclusione di ‘Eva e Adamo’ di Martina Attili da Sanremo Giovani 2024 sta facendo discutere il web. Il brano, che parte da una storia vera di abuso minorile avvenuta in Ohio, si trasforma in una potente riflessione sui diritti delle donne. Con un linguaggio mai banale, l’artista costruisce uno storytelling multilivello che dal particolare si espande all’universale, toccando temi come la violenza di genere e il diritto all’autodeterminazione. La forza del testo e la sua esclusione dal festival sollevano interrogativi sulla capacità dei grandi palcoscenici di accogliere tematiche socialmente rilevanti ma controverse.

“La neve in fondo al mare”: quando l’adolescenza mette alla prova l’amore tra padre e figlio

“La neve in fondo al mare”, l’ultimo romanzo di Matteo Bussola, esplora il mondo della neuropsichiatria infantile attraverso gli occhi di Caetano, un ingegnere 49enne alle prese con l’anoressia del figlio sedicenne Tommy. Il libro, disponibile dal 25 giugno 2024, offre uno sguardo inedito sulla fragilità adolescenziale e genitoriale, alternando il presente del ricovero con i ricordi di Caetano sulla paternità. Bussola affronta temi complessi come il senso di colpa dei genitori, la difficoltà di comunicazione e il confronto con la malattia mentale, sfidando gli stereotipi presentando un caso di anoressia maschile. Il romanzo si rivela un’intensa analisi dell’esperienza genitoriale di fronte al dolore silenzioso dei figli, invitando a riflettere sulle aspettative irrealistiche e sull’importanza di non isolarsi nel dolore.

“Cose che non si raccontano”: diario di una maternità mancata

“Cose che non si raccontano” esplora la complessità della maternità, affrontando temi come aborto, procreazione assistita e la compatibilità tra gravidanza e lavoro. In un’intensa narrazione autobiografica, l’autrice Antonella condivide il suo doloroso percorso tra colpa, vergogna e la fredda indifferenza di alcuni medici, sottolineando l’importanza dell’empatia e della libertà di essere donne prima ancora che madri. Un libro che smantella le narrazioni stigmatizzanti e celebra la forza e il coraggio delle donne.

“Non chiamarmi Ellen”: un racconto sulla fragilità aolescenziale

“Non chiamarmi Ellen” di Lara Dell’Este è un romanzo che esplora il mistero intorno alla scomparsa di Ellen attraverso due prospettive narratrici: Viola, un’investigatrice determinata, e un narratore onnisciente che rivela la complessità emotiva della protagonista. Il libro si addentra profondamente nell’adolescenza, offrendo una critica ai stereotipi comuni e al modo in cui gli adulti spesso non comprendono pienamente i giovani. Dell’Este sfida l’egoismo degli adulti nel trattare con empatia e comprensione i bisogni dei ragazzi, invitando i lettori a riflettere sulle dinamiche familiari e sull’identità in evoluzione degli adolescenti. “Non chiamarmi Ellen” non solo narra una storia di ricerca e scoperta, ma pone anche un’importante domanda sociale su come meglio supportare e comprendere le nuove generazioni mentre attraversano il complesso periodo dell’adolescenza

“Scheletri”: storie di vite aggrovigliate

In “Scheletri” di Zerocalcare, pubblicato da Bao Publishing nel 2020, l’autore esplora il disagio giovanile nel contesto della Roma del 2002. La storia segue Calcare, diviso tra le aspettative materne e i suoi desideri, e Arloc, un giovane writer dei sobborghi degradati. Attraverso temi di spaccio, tossicodipendenza e violenza, il libro racconta la vulnerabilità umana e la difficoltà di trovare redenzione. Zerocalcare si distingue per la sua capacità di trattare temi complessi con semplicità e ironia, stimolando riflessioni profonde sulla fragilità umana.

“Le nuvole di Picasso”: la testimonianza di Alberta Basaglia sulla Legge 180 e oltre

L’articolo presenta il libro scritto da Alberta Basaglia, figlia dello psichiatra Franco Basaglia, focalizzandosi sulla sua narrazione della rivoluzione psichiatrica in Italia. Diviso in due parti, il racconto offre una prospettiva unica: la prima parte attraverso gli occhi di Alberta bambina, testimone della trasformazione dei manicomi, mentre la seconda parte si concentra sul percorso professionale di Alberta come psicologa, dedicandosi alla tutela dei più fragili, come i bambini dimenticati e le donne vittime di violenza. Il libro evidenzia l’importanza della Legge 180 del 1978, sottolineando il suo impatto storico e umanitario nel chiudere gli ospedali psichiatrici e promuovere una nuova visione della cura della salute mentale

Wonder: quanto pesa uno sguardo?

“Wonder” è un film del 2017 recentemente arrivato su Netflix, con Julia Roberts e Owen Wilson nel cast. Racconta la storia di Auggie Pullman, undicenne affetto dalla sindrome di Treacher Collins, una rara malformazione cranio-facciale. Il film esplora il suo difficile ingresso alla scuola media e il peso del bullismo, mentre la sua famiglia lotta con il senso di colpa e cerca di mantenere l’equilibrio. “Wonder” sottolinea l’importanza dell’educazione alla gentilezza e del rispetto per la diversità, offrendo un poderoso messaggio sulla necessità di guardare oltre le apparenze.

“I baffi” di Carrère : l’inganno del contenuto del pensiero

“I Baffi” di Emmanuel Carrère è un viaggio nell’abisso dell’identità, centrato su un architetto parigino che, dopo essersi rasato i baffi, si trova in un mondo dove nessuno riconosce il suo cambiamento. La narrazione svela la sua discesa nella psicosi, mescolando dubbi e certezze, sfidando la realtà. La storia affronta la consapevolezza del declino mentale, l’amore resiliente tra il protagonista e la moglie Agnès, e culmina in un finale sorprendente. Attraverso il tema della perdita d’identità, Carrère offre una prospettiva coinvolgente sulla fragilità umana e l’incertezza della percezione.